Trascrizione
Antonino Cardillo
Il mio primo incontro con l’arte è stato attraverso i videogiochi negli anni ’80 che mi hanno educato a non credere alla realtà sensibile e a provare ad acquisire una facoltà di modificarla attraverso l’immaginazione. In una prima fase mi immaginavo come programmatore di videogiochi. Poi mi accorsi che molto di quello che trovavo nei videogiochi era esistito nella realtà del passato. E allora il desiderio che era stato canalizzato nel videogioco, d’improvviso trovò questo nuovo possibile sviluppo nel mondo dell’architettura.
Il passo successivo è stato come tradurre questa formazione storica in una possibile architettura del presente.
Il mio è un tentativo di riportare l’architettura in una dimensione premoderna, dove l’architetto non era un professionista, ma un amante della conoscenza e della filosofia e, attraverso lo spazio costruito, sedimentava una criticità verso la realtà. E in questo senso, l’architettura può essere un fenomeno artistico.
Credo di essere stato mosso dal desiderio, nel creare le ‘Case per Nessuno’ [2007–2011] o ‘Case Immaginarie’, di costruire un’architettura autentica. Per cui l’idea di immaginare e di simulare, sia da un punto di vista digitale, ma anche nell’intenzionalità di comunicare e divulgare su scala internazionale queste case [come] costruite, è stato un atto culturale, un atto artistico, un atto di ribellione verso un ordine costituito. Questa idea che delle opere possono diventare significative senza un apparato economico di base, che corrisponde all’idea della committenza, è stato quasi uno scandalo. È un ribaltamento dei ruoli che non era previsto.
Un anno dopo il cosiddetto scandalo delle ‘Case per Nessuno’, costruisco a Roma la cosiddetta House of Dust [Casa della Polvere, 2013], probabilmente la mia prima opera costruita che riesce a proporre, in una forma sensibile, il programma umanistico culturale delle ‘Case per Nessuno’ [che furono] un vero e proprio fenomeno di realtà simulata.
Adesso penso che il futuro potrebbe essere quello di costruire fisicamente queste case e di usare la simulazione come atto di ermeneutica, di interpretazione della realtà.