Architetto, scrittore, fotografo e programmatore informatico, Antonino Cardillo ha espanso i confini dell’architettura del suo tempo integrandovi conoscenze di cibernetica, filosofia, storiografia (realtà simulata) ed antropologia, archeologia, psicologia (archetipi dell’immaginario). È stato definito “uno dei pochi architetti” d’oggi da Paolo Portoghesi, “uno degli architetti più significativi del nostro tempo” da Tony Chambers ed ha anche tenuto lezioni al Campus del Bauhaus di Dessau, al Royal College of Art ed all’AA School di Londra.
Riscrittura della storia
Antonino Cardillo nasce il 18 maggio 1975 ad Erice, in Sicilia. Dal 1993 al 1998 studia Architettura all’Università di Palermo sotto la guida del Professore Antonietta Iolanda Lima. Nella primavera del 2002, si laurea con il progetto di acquario Let There Be More Light per la Marina di Trapani.
Un anno dopo, pubblica la sua homepage antoninocardillo.com. Sei mesi dopo, si trasferisce a Milano per un’esperienza lavorativa di un anno. Nell’estate del 2004, si trasferisce a Roma per studiare le antichità classiche. Lì, per tre anni, tiene lezioni al corso di Cesare Maria Casati della Facoltà di Architettura Valle Giulia ed incontra Charles Searson che d’ora in poi curerà le versioni in lingua inglese dei testi dei suoi progetti. Nel frattempo, il suo progetto Casa Spazio Dualistico ad Erice, commissionato da Pietro Maltese, è selezionato nella lista-lunga del concorso ‘Casa dell’anno 2006’ di World Architecture News.
Dopo di ciò, il giornalista Gian Luca Amadei lo invita a commentare lo stato dell’architettura italiana contemporanea sulla rivista londinese Blueprint:
La storia dell’uomo si è sviluppata attraverso una continua interazione tra diverse culture. Spesso accade che la dominante si impossessi della sottomessa, riuscendo a mascherare il processo riscrivendo attentamente la storia.
Luoghi remoti
Tra il 2007 ed il 2011, disegna una serie di progetti non costruiti di fama mondiale, successivamente rinominati ‘Sette Case per Nessuno’, nei quali integra la cibernetica per esplorare come l’architettura possa interagire con la realtà simulata, creando spazi che coinvolgono i visitatori virtuali in un immaginario collettivo. Il primo progetto, Casa Ellisse 1501, nasce a Roma e su di esso Matt Hussey di The Cool Hunter, con sede a Sydney, scrive: “Questa nuova casa progettata da Antonino Cardillo ci ha lasciato senza parole.” Devyani Jayakar della rivista indiana Home Review osserva: “Quest’architettura sembra essere presagio di un cambiamento epocale nella storia del design post imperiale italiano.”
La serie continua con la Casa Voltata a Parma, la Casa delle Convessità a Barcellona e la Casa di Max su di un Piccolo Lago a Nimes. Judith Jenner da Berlino scrive:
Per Cardillo, la musica ed il cinema sono le arti che hanno l’influenza più forte sulle sue case. Ma anche tutte le altre cose che lo riguardano al momento del progetto: i suoi viaggi, le sue relazioni, le sue emozioni. Pertanto, nessun disegno potrebbe essere riprodotto in un altro luogo ed in un altro momento. A Cardillo piace improvvisare al pianoforte ed al sintetizzatore, “ma non riesco a riprodurre”, dice. A Melbourne, ha progettato una casa che fa riferimento ai suoni ambientali di John Foxx.
La serie, chiamata anche Case Immaginate, è completata dalle tre varianti di un progetto commissionato da Livio De Marchi per il suo lotto nel suburbio di Kew di Melbourne: la Casa della Luna di Cemento, la Casa dei Dodici e la Casa Porpora successivamente ambientata nel Galles. Helen Geng Haizhen da Pechino scrive:
Le masse architettoniche di Cardillo sono imponenti, sembrano provenire da terre lontane ed antiche, belle ed indomabili, generose, appassionate, con un ritmo profondo e vibrante. I cambiamenti istantanei di luce ed ombra fanno sì che l’architettura mostri volti mutevoli, come se stesse esprimendo e contrastando le profondità dell’anima, sprigionando una bellezza sorprendente e contraddittoria che genera un’armonia stabile.
Carta da parati
Nel frattempo a Londra, nell’estate del 2009, è selezionato tra i trenta migliori architetti emergenti dalla rivista Wallpaper*. Su invito della rivista, progetta una casa modello dorata con un grande arco da esporre al Neues Museum di Berlino ed al Chabot Museum di Rotterdam. Quindi realizza due opere con telai in legno. Il suo primo progetto residenziale costruito, la casa Nomura Koumuten nella città giapponese di Takarazuka, commissionato dal direttore della Nomura Koumuten Corporation Kenji Nomura; ed il suo primo progetto commerciale costruito, il negozio maschile di Sergio Rossi nel quartiere Brera di Milano, commissionato dal curatore editoriale di Wallpaper*, Suzanne Trocmé. A proposito di quest’ultimo, il direttore della rivista Tony Chambers afferma: “Cardillo è uno degli architetti più significativi del nostro tempo.” Mitchell Oakley Smith ed Alison Kubler osservano nel volume Art / Fashion in 21st Century di Thames & Hudson: “Un matrimonio tra sacro e profano, il progetto aveva lo scopo sia di aumentare che di disturbare la riverenza con cui i prodotti di moda vengono presentati e visti nei negozi.” Massimo Locci da Roma scrive:
Pochi sono i giovani che riescono a tradurre sul piano operativo-esecutivo l’articolazione spaziale e la ricchezza compositiva delle forme, senza smarrire la purezza dell’approccio teorico-sperimentale. Quando si realizza tutto ciò appare quasi miracoloso.
Nell’estate del 2011, Trocmé nomina Cardillo per progettare il Caffe Postmoderno, un ingresso dedicato al London Design Festival con campi di colore per la mostra principale del Victoria & Albert Museum ‘Postmodernismo: Stile e Sovversione 1970–90’.
Specchi
Un anno dopo, è paragonato al personaggio letterario del Felix Krull di Thomas Mann da Susanne Beyer della rivista tedesca Der Spiegel:
Il giovane architetto italiano Antonino Cardillo ha approfittato del fatto che finzione e realtà siano difficilmente distinguibili. Lo Spiegel ha appreso che Cardillo aveva inviato immagini di edifici presumibilmente costruiti a riviste di architettura dando l’impressione che le case fossero state effettivamente costruite.
L’articolo in editoriale, riferito alle immagini generate al computer della serie ‘Case per Nessuno’, suscita dibattiti sulla rappresentazione dell’architettura contemporanea tra studiosi, professionisti e giornalisti italiani e tedeschi. Stefano Mirti da Milano scrive:
La facoltà d’illuderci che la realtà d’oggi sia la sola vera, se da un canto ci sostiene, dall’altro ci precipita in un vuoto senza fine, perché la realtà d’oggi è destinata a scoprirsi illusione di domani.
Sette anni dopo, la stessa rivista Der Spiegel precipita nella crisi più profonda dalla sua esistenza per avere ingannato i suoi lettori con articoli falsificati. Kirsten Wenzel da Berlino quindi osserva:
A parte l’ironia involontaria che Der Spiegel appaia in entrambe le storie di impostura, prima come accusatore e dopo come accusato, esse sono sostanzialmente differenti, […] perché mentre il caso di inganno nel giornalismo, che inventa storie sulla realtà sociale, è in grado di mettere sotto shock un’intera industria, la ‘Causa Cardillo’ […] è rimasta in gran parte senza conseguenze. […] I suoi rendering, anche perché abili, gli hanno restituito non solo attenzione per le sue visioni estetiche, ma anche una sorta di rispetto. Rispetto, quale si mostra verso la forza primordiale di un artista che, nel nome dell’arte, si prende il diritto di infrangere le regole vigenti e di attraversarne i confini.
Immagini ancestrali
Nel frattempo a Roma, nell’autunno del 2012, inizia la costruzione della sua opera seminale Casa della Polvere per Massimiliano Beffa. Con questo progetto, l’architetto restituisce allo spazio una forma classica, reintroducendo i temi della ‘Policromia’, della ‘Grotta’ e dell’‘Arco’ nell’architettura del presente. L’opera è presentata da Paolo Maria Noseda sulla rivista del Corriere della Sera: “Un ingresso laterale svela un salone che, come una maschera greca improvvisamente indossata dal visitatore, proietta ed attira l’attenzione su due finestre rastremate: un paio di occhi sul mondo.”
La Casa della Polvere è anche presentata da Amy Frearson su Dezeen; quindi da Nacho Alegre – come uno dei dieci spazi più eccezionali al mondo degli ultimi cinque anni – per il volume Room (2014) di Phaidon, e da Paolo Portoghesi sulla rivista Abitare la Terra. Anche le agenzie di previsione delle tendenze WGSN, LS:N Global, Texworld ed il Noroo Pantone Colour Institute riconoscono la Casa della Polvere. Inoltre, è esposta tra le cinquanta opere che raccontano la storia dell’architettura d’interni italiana alla XXI Triennale di Milano. Scrive il curatore Beppe Finessi: “Un progetto destinato a diventare una pietra miliare.” Così, quest’opera si afferma come un manifesto dell’opera di Cardillo in numerosi paesi del mondo. L’architetto approfondisce il tema volta-grotta-caverna sulla rivista del Financial Times:
La volta è il luogo in cui l’architettura ‘accade’. Possiede un valore archetipico e sacro. Risale al significato primario dell’architettura, che è la protezione della caverna, ma anche al suo significato spirituale, poiché ogni ‘volta’ è anche la trasfigurazione del cielo in pietra.
Nell’autunno del 2013, si trasferisce a Londra e trascorre un periodo formativo con Ana Araujo, insegnante della scuola di architettura Architectural Association. Lei scrive: “L’architettura di Cardillo promuove la mobilitazione sensoriale immaginata da [Walter] Benjamin come forza potenziale per la trasformazione sociale e politica.” Nella AA School, Cardillo tiene anche lezioni nel corso di Ana Araujo e Takero Shimazaki e pubblica un testo sul foglio Fulcrum, curato da Jack Self:
Il tempo presente sembra perduto in una ‘coazione a ripetere’: l’ossessione per la novità inibisce la ricerca; l’interruzione del nostro legame con il passato limita le nostre capacità critiche, riducendolo ad un semplice supermercato di cose intercambiabili. Dietro questa proliferazione di icone neomoderne si cela la manipolazione: idee, passioni, guerre ed ideali sono costantemente saccheggiati e maltrattati. I significati originali vengono alterati, riscritti o cancellati. Così il passato diventa innocuo, un’immagine che celebra consumi.
Tornato a Roma, nella primavera del 2014 costruisce l’opera Verde Crepuscolare per la galleria d’arte Mondrian Suite di Klaus Mondrian nel quartiere di San Lorenzo. Titola Alice Morby di Dezeen: “Antonino Cardillo basa gli interni di una galleria interamente verdi sull’opera di Wagner.” Pierre Yovanovitch osserva: “Le diverse tonalità di verde creano un’aria artistica unica. La narrativa è coesa e mira a svelare l’immaginario delle persone. Il budget era limitato, ma il risultato è eccellente, poiché il concetto è così forte.” Jeanette Kunsmann da Berlino scrive:
Chiaro sotto, scuro sopra: questa inversione crea non solo una tensione drammatica, ma anche un’atmosfera sensuale e mistica. Con i suoi 40 metri quadrati, Cardillo ha trasformato la galleria in uno spazio sacro, offrendo un’alternativa audace al consueto Cubo Bianco.
Nell’ottobre dello stesso anno, espone Min, una serie di sette sculture che collega l’Arco al Fallo, al Sir John Soane’s Museum di Londra. Durante questo periodo continua a lavorare con Suzanne Trocmé, costruendo la profumeria Illuminum a Londra. Titola Anna Winston di Dezeen: “Uno spazio multisensoriale per sperimentare ed acquistare fragranze.” Colore come una Narrazione è scelto da LS:N Global tra ‘i dieci più innovativi spazi di lusso globali’ del 2015: “L’ambiente privo di caratteristiche distintive costringe i visitatori a concentrarsi sul proprio senso dell’olfatto mentre scelgono tra trentasette vasi di profumo non etichettati.” Jessica Cooper da Parigi scrive:
Da qualche parte in Dover Street, dietro un angolo dell’alta società di Mayfair, piena del trambusto dei maniaci dello shopping che fanno acquisti frenetici nelle case di lusso di Chanel, Prada, Dolce & Gabbana, si trova una grotta da favola piena di tranquillità e calma. Una volta entrata in questo spazio, sento che tutto il tempo si è fermato.
Evocazione
Quindi, si trasferisce a Trapani perseguendo l’idea di collegare l’antropologia e l’archeologia dell’isola di Sicilia all’architettura del presente. Nell’estate del 2016, completa la costruzione dello Speco dei Coralli, oratorio della Cattedrale di Trapani, commissionato dall’arciprete Gaspare Gruppuso. Jean-Marie Martin sulla rivista Casabella nota: “Antonino Cardillo, un architetto che si è meritatamente guadagnato l’attenzione della critica internazionale, ha realizzato uno spazio simile a un cannocchiale puntato sul trascorso del luogo.” Quest’opera, la quarta della serie delle ‘Grotte’, è selezionata per aprire la sezione architettura del numero dedicato all’Italia della rivista AD Germany e l’ultimo capitolo del volume Thinking Color in Space (2018) – una storia del colore da Tiziano ai giorni nostri, edito dalla Darmstadt University of Applied Sciences. Secondo Annie Carroll di Melbourne, queste grotte “sono alcuni degli interni più influenti degli ultimi tempi.” Mrinalini Ghadiok da Nuova Delhi scrive:
Antonino Cardillo sfida le stesse regole del fare architettura come sono popolarmente conosciute oggi. Le sue opere vanno oltre le convenzioni offrendo momenti sublimi, esperienze intangibili e spazi straordinariamente immersivi.
Nell’inverno del 2017, Jeanette Kunsmann e Stephen Burkoff si recano a Roma ed a Trapani per visitare le sue opere di architettura, trascorrendo anche tre giorni con l’architetto. L’indagine diventa la storia di copertina ‘Architettura e verità’ della rivista DEAR.
Cardillo non ha né un indirizzo fisso né un ufficio nel senso classico. E non ha dipendenti: il siciliano progetta e pianifica tutti i suoi progetti da solo. […] Si potrebbe quindi supporre che Cardillo sia uno dei numerosi architetti minori e meno conosciuti. Ma non è così. Pochissimi architetti al di fuori delle tre superstar del settore (Libeskind, Hadid e Koolhaas) hanno attirato l’attenzione della stampa internazionale e delle riviste di settore come Antonino Cardillo.
Ana Araujo da Windsor aggiunge:
Io penso che Antonino sia un architetto che cerca di trovare il suo proprio linguaggio e che si rifiuta di seguire i modi di altri architetti e designer contemporanei. Io penso che, per definire la sua pratica professionale, lui si basi sull’idea di ciò che potesse significare nel passato essere un architetto.
Nell’estate del 2018, conclude a Roma la costruzione del ristorante-bar Off Club, commissionato da Massimo Di Persio. Questo progetto esplora l’idea dell’‘Ombra’, un aspetto centrale della psicologia analitica, che rappresenta le parti nascoste ed inaccettabili della psiche umana. Suzanne Trocmé introduce il progetto: “Collaboratore di lunga data della rivista Wallpaper*, l’ultima opera di Antonino Cardillo segna un momento decisivo per l’architetto siciliano.” Tom Wilkinson scrive su The Architectural Review:
Queste forme ieratiche creano un’atmosfera di mistero leggermente minaccioso: ci si potrebbe aspettare che un rito mithraico inizi in qualsiasi momento.
Monica Khemsurov cofondatore di Sight Unseen definisce Off Club “il suo ultimo capolavoro.” Tim Berge da Berlino osserva: “Le sue opere sono un conglomerato di miti, fiabe ed immagini mentali di diverse epoche e culture. Vuole creare un’architettura dell’inconscio, ispirata da uno dei suoi grandi maestri, lo psicologo svizzero Carl Gustav Jung.” Lucia Galli su Abitare la Terra aggiunge: “Qui il richiamo all’archetipo è forte; è l’archetipo inteso come esigenza di tornare all’origine delle cose.”
Nell’anno 2019, è invitato dagli studenti del Royal College of Art di Londra a parlare nell’ambito della serie di conferenze Inside/Out e da Johannes Kister nei Dessauer Gespräche al campus del Bauhaus.
Soglia del tramonto
Nella primavera del 2021, completa alla Salina Ettore e Infersa la costruzione dell’imbarco Mammacaura per l’antica isola fenicia di Mothia, prossima alla costa occidentale della Sicilia. Questo progetto di restauro del paesaggio rappresenta una riflessione sul tramontare, evocando le tematiche del ‘Crepuscolo’ di Friedrich Nietzsche e dell’Isola dei Morti di Arnold Böcklin. Il progetto è presentato da Francesco Dal Co, da Paolo Zermani, da Paolo Portoghesi e da Cesare Maria Casati.
Nella primavera del 2023, otto giorni prima della sua scomparsa, Paolo Portoghesi accoglie Cardillo nella sua casa a Calcata dicendo:
In tutti questi anni lei è rimasto coerente con la sua visione dell’architettura. Non ha ceduto, e le sue opere possiedono un’integrità che oggi è rarissima. Questo fa di lei uno dei pochi architetti.
Sei mesi dopo, il caporedattore Amy Frearson presenta la sua opera Elogio del Grigio come un “palazzo in miniatura” su Dezeen: “Il progetto cerca di riconoscere ed integrare alcuni dei contributi di civiltà in gran parte dimenticate dall’architettura occidentale, – ha detto a Dezeen. – Accetta l’invito di Hegel ad imparare a vedere gli infiniti grigi delle realtà, – ha aggiunto, facendo riferimento alle parole di un filosofo tedesco del XIX secolo.” Stephan Becker da Berlino osserva: “Antonino Cardillo non parla affatto di Wittgenstein nel suo ultimo progetto. […] Tuttavia, l’edificio residenziale che ha costruito per una famiglia di tre persone fa comunque pensare alla casa di Vienna con il suo aspetto angolato e fragile.”
Nell’inverno del 2024, Cardillo si trasferisce a Monaco di Baviera e trascorre un periodo formativo con Andrea Sironi-Straußwald, storico dell’arte, nipote ed erede del pittore Mario Sironi. Nell’estate dello stesso anno, Thomas Di Santo ed i suoi studenti della California Polytechnic State University visitano Elogio del Grigio. In quella sede, Cardillo presenta il risultato di oltre vent’anni di ricerca, sviluppata attorno al suo sito internet, nella conferenza “Architettura di una storiografia”.
Note
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- ^ World Architecture News, ‘House of year 2006’ (pdf), worldarchitecturenews.com, Londra, 9 feb. 2007.
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- ^ Matt Hussey, ‘Ellipse 1501 House’,[↗] thecoolhunter.net, Sydney, 5 lug. 2007.
- ^ Devyani Jayakar, ‘Celestial vision’ (pdf), Home Review, vol. 6, n. 5, Mumbai, sett. 2007, p. 58.
- ^ Judith Jenner, ‘Ein Haus wie ein Tanz’ (pdf), H.O.M.E., no. 2/10, Berlino, feb. 2010, p. 130.
- ^ Helen Geng Haizhen, ‘印象派建筑师’ (pdf), Interior Architecture of China, n. 107, Pechino, nov. 2011, pp. 30.
- ^ Jonathan Bell, Ellie Stathaki, ‘Architects directory 2009’ (pdf), Wallpaper*, n. 125, eic. Tony Chambers, Londra, ago. 2009, p. 81.
- ^ Tony Chambers, Men’s footwear world tour (pdf) [comunicato stampa], Sergio Rossi‑Wallpaper*, Milano, mar. 2010, p. 1.
- ^ Mitchell Oakley Smith, Alison Kubler, ‘From boutique to gallery: fashion, art and architecture’ (pdf), in Art / Fashion in 21st Century, Thames & Hudson, Londra, ott. 2013, p. 254.
- ^ Massimo Locci, ‘Sperimentazioni di Antonino Cardillo’ (pdf), L’Architetto Italiano, n. 42, Roma, apr. 2011, p. 32.
- ^ London Design Festival, ‘Postmodern Cafe’ (pdf), in The London Design Festival 2011 Guide, Londra, sett. 2011, pp. 8‑9, 43, 183, 239.
- ^ Susanne Beyer, ‘Titel / Vatikanbank / Architektur’,[↗] Der Spiegel, n. 27/12, Amburgo, 2 lug. 2012, p. 3.
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- ^ Antonino Cardillo, ‘Conversazione con Paolo Portoghesi’,[↗] L’Arca International, n. 178, dir. Cesare Maria Casati, Monaco, 5 mag. 2024, pp. 90‑97.
- ^ Amy Frearson, ‘Antonino Cardillo designs Elogio del Grigio house as “miniature palazzo”’,[↗] dezeen.com, Londra, 18 dic. 2023.
- ^ Stephan Becker, ‘Elegie in Grau’,[↗] baunetz.de, Berlino, 26 feb. 2024.
- ^ Antonino Cardillo, ‘Architettura di una storiografia: antoninocardillo.com’, conferenza parte di History Theory Workshop, cur. Thomas Di Santo, California Polytechnic State University, Castiglione delle Stiviere, 9 ago. 2024.