Il secondo capitolo della collezione ‘Per Nessuno’, questa abitazione a forma di torre intraprende un viaggio nel regno del silenzio e del suono. Si impegna con la luce per manipolare la percezione, proponendo un’esplorazione dell’architettura mutevole articolata dal passare del tempo
Interpretazione
Antonino Cardillo
La luce, prima di entrare nello spazio centrale, è costretta a filtrare raffreddandosi nel vuoto delle torri angolari, camere di luce, simili a quelle utilizzate dai maestri del Barocco. — Paolo Portoghesi
In sequenza lungo un asse, le tre zone della cucina, del soggiorno e del riposo sono rappresentate da edifici giustapposti la cui forma rimane riconoscibile all’esterno: un poliedro trapezoidale, un’ampia aula rettangolare e una torre articolata su due livelli. All’interno, aperture e percorsi tessono dialoghi tra ciascuna cavità. I silenzi non sono tutti uguali. Il silenzio di una grande navata è differente da quello di una stanza. Ed ancora più diversi possono essere i rumori esterni della campagna percepiti attraverso un grande silenzio. Così, in una lunga aula centrale, modulata in pianta e in alzato da tre quadrati di sei metri di lato, si invera il cuore del progetto. La pavimentazione di travertino e una stesura di stucco veneziano sull’ampia volta sviluppata in lunghezza, realizzano, attraverso l’omogeneità cromatica, un nastro continuo che, avvolgendo i fruitori, offre una sorta di pagina vuota su cui scrivere il proprio vissuto. Al contempo, alla luce, proveniente dai lati lunghi della stanza, è data la possibilità di interpretare lo spazio. Sul lato sud la posizione delle finestre accoglie il sole invernale e, attraverso una spessa e vasta lunetta di cemento, scherma quello estivo. Sotto, al centro, un blocco di travertino è scavato da una bassa cavità. Al suo interno un parallelepipedo funge da banco di lavoro per la cucina, occupandone il centro; a fondale un portale conduce alla dispensa e due brevi finestrature marcano gli angoli della stanza conducendo verso la terrazza esterna. Sul lato opposto dell’aula, a nord, le finestre si restringono verso gli angoli, verticalizzandosi. Da pavimento a soffitto, le aperture raccolgono i fugaci fasci obliqui del sole durante l’alba e il tramonto estivo che, penetrando la stanza in diagonale, colorano lo spazio di nuovi significati. Nel passaggio tra la grande aula e la torre del riposo, infine, una luce cerulea, celando la sua fonte, scivola dall’alto lungo le paratie lignee e cementizie dei percorsi e delle scale di accesso alla torre, realizzando una quinta scenica cangiante, un quadro prospettico in continuo mutamento.
Testo pubblicato per la prima volta in L’Arca(pdf), n. 237, Milano, giu. 2008, p. 74.
Riferimento
Paolo Portoghesi, ‘La luce nell’architettura moderna’, Leggere e Capire l’Architettura, Newton Compton Editori, Roma, 2006, p. 68.
A parte l’ironia involontaria che la rivista Der Spiegel compaia in entrambi i casi d’impostura prima come accusatore e poi come accusato, essi differiscono fondamentalmente.
competitionline.com, Berlino, 17 gennaio 2019. (de, en, it)
Cardillo ha creato un labirinto di verità e illusioni. Un racconto dai molteplici livelli. […] Non esiste una sola verità – la realtà: non esiste. Antonino Cardillo l’ha costruita.
DEAR Magazin, n. 1, Berlino, aprile 2017, p. 84. (de, en, it)
Dopo che le rappresentazioni erano state rivelate come immagini dei desideri, rispose: “Basta vederlo come una storia letteraria, […] una fiaba. Non importa che le cose siano realmente accadute.”
Konstruierte Realitäten, Goethe‑Universität, Deutsche Architekturmuseum, Francoforte sul Meno, 1 dicembre 2015. (de, en, it)
In effetti, Cardillo è essenzialmente proprio qui, perché come questo saggio voleva anche dimostrare, le immagini di architetture utopiche e non realizzate possono diventare parte integrante della storia dell’architettura e avere un’influenza significativa su di essa.
IACSA Newsletter, vol. 4, n. 1, International Association for Cultural Studies in Architecture, Basilea, maggio 2013, p. 11. (de, en, it)
Cardillo, che elenca meticolosamente tutti questi articoli di stampa sul suo sito web, tiene solo uno specchio davanti ai media dell’architettura e sottolinea un problema fondamentale: come possono i giovani architetti trovare dei committenti senza essere stati precedentemente pubblicati?
Come usiamo i media oggi per costruire la nostra realtà dalla materia e dall’immaginario, e con quali conseguenze? […] Ora, se il caso Cardillo servisse a discutere […] queste domande, esso potrebbe fare di più per il discorso sull’architettura di coloro che pensano di avere sempre una risposta.
german-architects.com, Stoccarda, 29 luglio 2012. (de, en, it)
Per inciso, l’architettura è sempre stata effimera e virtuale, spiega. Da Palladio a Schinkel, da Sant’Elia a Mies van der Rohe, il costruire con idee in forma surrogata avrebbe influenzato lo sviluppo dell’architettura e cambiato la realtà.
Neue Zürcher Zeitung, n. 164, Zurigo, 17 luglio 2012, p. 40. (de, en, it)
Da giovane, Felix Krull aveva pensato a lungo se considerare il mondo piccolo o grande. Seguendo la sua indole, da adulto, avrebbe considerato il mondo un fenomeno grandioso e affascinante. Divenne l’impostore più felice della storia della letteratura.
Der Spiegel, n. 27/12, Amburgo, 2 luglio 2012, p. 121. (de, en, it)
A un’email inviata con la richiesta di chiarimenti e la segnalazione che le foto di architettura rappresentate o trasmesse non sono affatto foto ma simulazioni, si riceve la lapidaria risposta: “Sono un artista e, come artista, manipolo la realtà! Tutto qui!”
Falter, n. 19/12, Vienna, 9 maggio 2012, p. 31. (de, en, it)
Su invito del musicista John Foxx, esposizione di una stampa di Casa Ellisse 1501 e del video ‘Storie di Luce’ su quattro progetti (poi chiamati ‘Case per Nessuno’) parte della mostra sugli artisti da lui ispirati a The Horse Hospital di Londra.
Liliana Adamo, ‘FAKEcollage. Non credo ai miei occhi!’ (pdf), in Dossier Collage, cur. Fabio Cappello, Rossella Ferorelli, Luigi Mandraccio, Gian Luca Porcile, Università di Genova, lug. 2022, pp. 35, 39.
Carolin Höfler, ‘Hyper desire’ (pdf),[↗] conferenza parte di Wunsch, Technische Hochschule Köln, Colonia, 1 giu. 2016.
Carolin Höfler, ‘Modelle in Wirklichkeit. Die digitalen Bildversprechen von Antonino Cardillo’, conferenza parte di Constructed Realities, cur. Chris Dähne, Frederike Lausch, Bettina Rudhof, Goethe‑Universität, Deutsche Architekturmuseum, Francoforte sul Meno, 1 dic. 2015. https://www.antoninocardillo.com/it/antologia/sull-architetto/specchi/modelli-nella-realta/
Antonino Cardillo, ‘Realtà falsificata’, conferenza parte di Constructed Realities, cur. Chris Dähne, Frederike Lausch, Bettina Rudhof, Goethe‑Universität, Deutsche Architekturmuseum, Francoforte sul Meno, 1 dic. 2015. https://www.antoninocardillo.com/it/antologia/dell-architetto/articoli/realta-falsificata/
Carl Zillich, con Fabrizio Gallanti, Lars Krückeberg, Volkwin Marg, Wolfram Putz, Peter Reischer, Andreas Ruby, Tobias Walliser, Thomas Willemeit, ‘Causa Cardillo: “Geht’s noch ohne Hochstapelei?”’,[↗] bkult.de, Berlino, 10 sett. 2012.
Peter Reischer, ‘Grandiose Luftschlösser’ (pdf), Am Sonntag, n. 32, Neue Zürcher Zeitung, Zurigo, 5 sett. 2012, p. 35.