Il settimo capitolo della collezione ‘Per Nessuno’, questa dimora espressionista di scultura intraprende un viaggio nell’eredità dei Normanni. Interagisce con la luce per manipolare la percezione, proponendo un’esplorazione della storia
Opera
Antonino Cardillo
Siamo di natura uguale ai sogni
La breve vita è nel giro d’un sonno. — William Shakespeare
Oggi la gente sembra ignorare le antiche migrazioni che modellarono le terre del nord. Persa in un presente opaco, dimentica le vie che dal passato condussero al nostro tempo. Alcune memorie. Nell’età di mezzo, tra il 1130 ed il 1194, l’Inghilterra, ed in parte il Galles e l’Irlanda, condivisero con la Sicilia una comune dominazione Normanna: mercenari bizantini ed estimatori delle civiltà orientali, questi conquistatori venuti dal nord introdussero uno scambio affascinante tra le sponde settentrionali ed il Mediterraneo. Per la seconda volta nella storia britannica ruppero l’isolamento dell’isola, introducendo conoscenza dall’Oriente, con la riscoperta dei testi classici, ponendo le fondamenta per la nascita dell’età moderna. Ma la storia è piena di violenza: la civilizzazione dominante prende possesso di quella sottomessa e si adopera a nascondere il furto attraverso la scrittura della storia; e le incomprensioni iniziano laddove la memoria è perduta. Così, imparando dal passato, può l’architettura guarire le ferite imposte dalla storia? Può illuminare le anse oscure del passato, rivelando le cupe tende dell’ignoranza? Casa Porpora rappresenta un viaggio inconscio attraverso questa eredità Normanna: esplorando diversi elementi, seguendo empiricamente percorsi, rievocando visioni, nella speranza di trovare un senso perduto: quali furono gli scambi tra l’Inghilterra, il Galles, l’Irlanda, la Sicilia e l’Oriente?
Compatto, complesso, oppressivo, espressionista, il vuoto interno di una scultura cava inala luce: una luce che si spande sulle curvature e sulle paratie, si raggruma agli angoli e scivola via tra gli interstizi. Rischiara una ampia volta adamantina creando sfumati e dilatandola. Dal giorno al tramonto, la luce muta il senso dello spazio e la percezione delle forme: al mezzogiorno, la luce sfora le aperture trapezoidali scavate dentro i muri; sopra, sul soffitto, la luce si tramuta in lame veloci, tagliate da un ingigantito brise-soleil. Al tramonto, la sala si rabbuia. Le cose dello spazio, ora oscurate, contrappuntano bagliori lontani, spalmati intorno e dentro il basamento scavato: sotto grotta infuocata, sopra braciere riverberante una volta che ascende. Nel tempo di una giornata solare, buio e luce si scambiano i ruoli, interpretando il racconto di un’architettura frammentaria e monolitica; fatta di pietra, cemento e porpora.
A parte l’ironia involontaria che la rivista Der Spiegel compaia in entrambi i casi d’impostura prima come accusatore e poi come accusato, essi differiscono fondamentalmente.
competitionline.com, Berlino, 17 gen. 2019. (de, en, it)
Cardillo ha creato un labirinto di verità ed illusioni. Un racconto dai molteplici livelli. […] Non esiste una sola verità – la realtà: non esiste. Antonino Cardillo l’ha costruita.
DEAR Magazin, n. 1, Berlino, apr. 2017, p. 84. (de, en, it)
Dopo che le rappresentazioni erano state rivelate come immagini dei desideri, rispose: “Basta vederlo come una storia letteraria, […] una fiaba. Non importa che le cose siano realmente accadute.”
Konstruierte Realitäten, Goethe‑Universität, Deutsche Architekturmuseum, Francoforte sul Meno, 1 dic. 2015. (de, en, it)
In effetti, Cardillo è essenzialmente proprio qui, perché come questo saggio voleva anche dimostrare, le immagini di architetture utopiche e non realizzate possono diventare parte integrante della storia dell’architettura ed avere un’influenza significativa su di essa.
IACSA Newsletter, vol. 4, n. 1, International Association for Cultural Studies in Architecture, Basilea, mag. 2013, p. 11. (de, en, it)
Cardillo, che elenca meticolosamente tutti questi articoli di stampa sul suo sito web, tiene solo uno specchio davanti ai media dell’architettura e sottolinea un problema fondamentale: come possono i giovani architetti trovare dei committenti senza essere stati precedentemente pubblicati?
Come usiamo i media oggi per costruire la nostra realtà dalla materia e dall’immaginario, e con quali conseguenze? […] Ora, se il caso Cardillo servisse a discutere […] queste domande, esso potrebbe fare di più per il discorso sull’architettura di coloro che pensano di avere sempre una risposta.
Per inciso, l’architettura è sempre stata effimera e virtuale, spiega. Da Palladio a Schinkel, da Sant’Elia a Mies van der Rohe, il costruire con idee in forma surrogata avrebbe influenzato lo sviluppo dell’architettura e cambiato la realtà.
Neue Zürcher Zeitung, n. 164, Zurigo, 17 lug. 2012, p. 40. (de, en, it)
Da giovane, Felix Krull aveva pensato a lungo se considerare il mondo piccolo o grande. Seguendo la sua indole, da adulto, avrebbe considerato il mondo un fenomeno grandioso ed affascinante. Divenne l’impostore più felice della storia della letteratura.
Der Spiegel, n. 27/12, Amburgo, 2 lug. 2012, p. 121. (de, en, it)
Ad un’email inviata con la richiesta di chiarimenti e la segnalazione che le foto architettoniche rappresentate o trasmesse non sono affatto foto ma simulazioni, si riceve la lapidaria risposta: “Sono un artista e, come artista, manipolo la realtà! Tutto qui!”
Falter, n. 19/12, Vienna, 9 mag. 2012, p. 31. (de, en, it)
A differenza della Casa Rossa [di William Morris] a Londra, che rappresenta la ricerca di un’identità nazionale britannica, la Casa Porpora cerca di ricordare le rotte dimenticate tra le coste del Mediterraneo e della Gran Bretagna.
Inside Outside, n. 315, Mumbai, sett. 2011, pp. 147‑148. (en)
Liliana Adamo, ‘FAKEcollage. Non credo ai miei occhi!’ (pdf), in Dossier Collage, cur. Fabio Cappello, Rossella Ferorelli, Luigi Mandraccio, Gian Luca Porcile, Università di Genova, Genova, lug. 2022, pp. 35, 39.
Carolin Höfler, ‘Hyper desire’ (pdf),[↗] conferenza parte di Wunsch, Technische Hochschule Köln, Colonia, 1 giu. 2016.
Carolin Höfler, ‘Modelle in Wirklichkeit. Die digitalen Bildversprechen von Antonino Cardillo’, conferenza parte di Constructed Realities, cur. Chris Dähne, Frederike Lausch, Bettina Rudhof, Goethe‑Universität, Deutsche Architekturmuseum, Francoforte sul Meno, 1 dic. 2015. https://www.antoninocardillo.com/it/antologia/sull-architetto/specchi/modelli-nella-realta/
Antonino Cardillo, ‘Realtà falsificata’, conferenza parte di Constructed Realities, cur. Chris Dähne, Frederike Lausch, Bettina Rudhof, Goethe‑Universität, Deutsche Architekturmuseum, Francoforte sul Meno, 1 dic. 2015. https://www.antoninocardillo.com/it/antologia/dell-architetto/articoli/realta-falsificata/
Carl Zillich, con Fabrizio Gallanti, Lars Krückeberg, Volkwin Marg, Wolfram Putz, Peter Reischer, Andreas Ruby, Tobias Walliser, Thomas Willemeit, ‘Causa Cardillo: “Geht’s noch ohne Hochstapelei?”’,[↗] bkult.de, Berlino, 10 sett. 2012.
Peter Reischer, ‘Grandiose Luftschlösser’ (pdf), Am Sonntag, n. 32, Neue Zürcher Zeitung, Zurigo, 5 sett. 2012, p. 35.
Helen Geng Haizhen, ‘印象派建筑师’ (pdf), Interior Architecture of China, Pechino, nov. 2011, pp. 32‑35.
Antonino Cardillo, ‘Taking a position’ (pdf), build Das Architekten-Magazin, n. 5/11, cur. Ralf Broekman ed Olaf Winkler, Wuppertal, ott. 2011, pp. 48‑49.
Devyani Jayakar, ‘Purple House’ (pdf), Inside Outside, n. 315, Mumbai, sett. 2011, pp. 144‑151.