Il primo capitolo della collezione ‘Per Nessuno’, questa torre ellittica intraprende un viaggio nel regno della geometria e della luce. Si impegna con la luce per manipolare la percezione, proponendo un’esplorazione dell’architettura mutevole e della sua relazione con il cielo in cambiamento
Interpretazione
Antonino Cardillo
Vivere nell’inganno è facile ed è la nostra condizione naturale, e in realtà questo non dovrebbe dolerci poi tanto. — Javier Marías
Presso un pendio roccioso, dietro una folta coltre di pini, abita una casa in forma di torre. Non è tonda, ma la sua forma si dilata verso oriente e occidente per accogliere al suo interno la luce calda ed estesa del sole all’alba e al tramonto. Un doppio muro, realizzato da progressive colate di calcestruzzo, sviluppa il perimetro di un’ellisse. Il vuoto interno tra i muri raccoglie gli spazi accessori – scala, servizi, caldaia, deposito, armadio – serventi quelli vissuti della casa, contribuendo al pari a stabilizzare la temperatura della sala centrale. Dentro, l’impianto compositivo è regolato da un sistema ortogonale, ruotato rispetto all’asse maggiore dell’ellisse, che coordina i volumi della camera per gli ospiti al piano terra e la camera da letto al primo piano. Tutt’intorno, profondi scavi nel muro esterno suggeriscono direzioni inaspettate e sfuggenti all’esterno verso le rocce e il bosco: scompongono il cielo in molteplici quadranti. Nel corso dei giorni, delle notti e delle stagioni, gli spessi intradossi delle finestre registrano i colori cangianti dell’emisfero celeste. Così, la luce del cielo realizza un’architettura mutevole che scandisce il tempo. La luce colora lo spazio e muta con esso. E per assecondarne il mutamento, la materia rimane nella sua essenza originale: incolore, tendente al grigio.
Testo pubblicato per la prima volta in L’Arca(pdf), n. 229, Milano, ott. 2007, p. 64.
Riferimento
Javier Marías, Domani nella Battaglia Pensa a Me, ed. it. Glauco Felici, Einaudi, Torino, 1998, p. 281.
A parte l’ironia involontaria che la rivista Der Spiegel compaia in entrambi i casi d’impostura prima come accusatore e poi come accusato, essi differiscono fondamentalmente.
competitionline.com, Berlino, 17 gennaio 2019. (de, en, it)
Cardillo ha creato un labirinto di verità e illusioni. Un racconto dai molteplici livelli. […] Non esiste una sola verità – la realtà: non esiste. Antonino Cardillo l’ha costruita.
DEAR Magazin, n. 1, Berlino, aprile 2017, p. 84. (de, en, it)
Dopo che le rappresentazioni erano state rivelate come immagini dei desideri, rispose: “Basta vederlo come una storia letteraria, […] una fiaba. Non importa che le cose siano realmente accadute.”
Konstruierte Realitäten, Goethe‑Universität, Deutsche Architekturmuseum, Francoforte sul Meno, 1 dicembre 2015. (de, en, it)
In effetti, Cardillo è essenzialmente proprio qui, perché come questo saggio voleva anche dimostrare, le immagini di architetture utopiche e non realizzate possono diventare parte integrante della storia dell’architettura e avere un’influenza significativa su di essa.
IACSA Newsletter, vol. 4, n. 1, International Association for Cultural Studies in Architecture, Basilea, maggio 2013, p. 11. (de, en, it)
Cardillo, che elenca meticolosamente tutte queste notizie di stampa sul suo sito web, regge solo lo specchio ai media architettonici e indica un problema fondamentale: come dovrebbero i giovani architetti raggiungere un costruttore senza avere pubblicato in anticipo?
Come usiamo i media oggi per costruire la nostra realtà dalla materia e dall’immaginario, e con quali conseguenze? […] Ora, se il caso Cardillo servisse a discutere […] queste domande, esso potrebbe fare di più per il discorso sull’architettura di coloro che pensano di avere sempre una risposta.
german-architects.com, Stoccarda, 29 luglio 2012. (de, en, it)
Per inciso, l’architettura è sempre stata effimera e virtuale, spiega. Da Palladio a Schinkel, da Sant’Elia a Mies van der Rohe, il costruire con idee in forma surrogata avrebbe influenzato lo sviluppo dell’architettura e cambiato la realtà.
Neue Zürcher Zeitung, n. 164, Zurigo, 17 luglio 2012, p. 40. (de, en, it)
Da giovane, Felix Krull aveva pensato a lungo se considerare il mondo piccolo o grande. Seguendo la sua indole, da adulto, avrebbe considerato il mondo un fenomeno grandioso e affascinante. Divenne l’impostore più felice della storia della letteratura.
Der Spiegel, n. 27/12, Amburgo, 2 luglio 2012, p. 121. (de, en, it)
Ad un’email inviata con la richiesta di chiarimenti e la segnalazione che le foto architettoniche rappresentate o trasmesse non sono affatto foto ma simulazioni, si riceve la lapidaria risposta: “Sono un artista e, come artista, manipolo la realtà! Tutto qui!”
Falter, n. 19/12, Vienna, 9 maggio 2012, p. 31. (de, en, it)
Il tempo che passa, però, lascia inalterati gli interni, creando solo uno spettacolo temporaneo durante il quale il gioco dei colori e della luce diventa uno spazio a sé stante.
Vox Design, n. 8, Varsavia, febbraio 2008, pp. 54‑57. (pl)
Magnetizzando la vista con le enormi curve della sala, quest’architettura sembra essere presagio di un cambiamento epocale nella storia del design post imperiale d’Italia.
Home Review, vol. 6, n. 5, Mumbai, settembre 2007, p. 60. (en, it)
Su invito del musicista John Foxx, esposizione di una stampa di Casa Ellisse 1501 e del video ‘Storie di Luce’ su quattro progetti (poi chiamati ‘Case per Nessuno’) parte della mostra sugli artisti da lui ispirati a The Horse Hospital di Londra.
I curatori Nikolai Fedotov e Sergei Kovaliov espongono tre tavole sui progetti Canto Sospeso, Lascia Che Ci Sia Più Luce, Casa Ellisse 1501 e Birnbeck Island, parte della mostra di Artindex ‘Architectural Dialog 04’ al Museo Centrale della Comunicazione A.S. Popov di San Pietroburgo.
Museo della Comunicazione Popov, San Pietroburgo, –.
Liliana Adamo, ‘FAKEcollage. Non credo ai miei occhi!’ (pdf), in Dossier Collage, cur. Fabio Cappello, Rossella Ferorelli, Luigi Mandraccio, Gian Luca Porcile, Università di Genova, lug. 2022, pp. 35, 39.
Carolin Höfler, ‘Hyper desire’ (pdf),[↗] conferenza parte di Wunsch, Technische Hochschule Köln, Colonia, 1 giu. 2016.
Carolin Höfler, ‘Modelle in Wirklichkeit. Die digitalen Bildversprechen von Antonino Cardillo’, conferenza parte di Constructed Realities, cur. Chris Dähne, Frederike Lausch, Bettina Rudhof, Goethe‑Universität, Deutsche Architekturmuseum, Francoforte sul Meno, 1 dic. 2015. https://www.antoninocardillo.com/it/antologia/sull-architetto/specchi/modelli-nella-realta/
Antonino Cardillo, ‘Realtà falsificata’, conferenza parte di Constructed Realities, cur. Chris Dähne, Frederike Lausch, Bettina Rudhof, Goethe‑Universität, Deutsche Architekturmuseum, Francoforte sul Meno, 1 dic. 2015. https://www.antoninocardillo.com/it/antologia/dell-architetto/articoli/realta-falsificata/
Carl Zillich, con Fabrizio Gallanti, Lars Krückeberg, Volkwin Marg, Wolfram Putz, Peter Reischer, Andreas Ruby, Tobias Walliser, Thomas Willemeit, ‘Causa Cardillo: “Geht’s noch ohne Hochstapelei?”’,[↗] bkult.de, Berlino, 10 sett. 2012.
Peter Reischer, ‘Grandiose Luftschlösser’ (pdf), Am Sonntag, n. 32, Neue Zürcher Zeitung, Zurigo, 5 sett. 2012, p. 35.
Antonino Cardillo, ‘Values transcending time’ (pdf), build Das Architekten-Magazin, n. 4/10, cur. Ralf Broekman e Olaf Winkler, Wuppertal, ago. 2010, p. 46.
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Bettina Dürr, Stefanie Sonnentag, ‘Moderne Architektur: Zukunftsvisionen’ (pdf), in Marco Polo Italien Süd, Mair DuMont, Monaco di Baviera, ott. 2008, p. 14.
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