Il terzo capitolo della collezione ‘Per Nessuno’, questa struttura intraprende un viaggio nel regno della transizione e del movimento. Si impegna con la luce per manipolare la percezione, proponendo un’esplorazione dei cambiamenti di colore dell’emisfero celeste
Interpretazione
Antonino Cardillo
Architettura e musica si sono incontrate nei secoli […] per colloquiare segretamente alla ricerca delle radici comuni e delle fruttuose interazioni. E forse la più fruttuosa interazione va ricercata in certe figure della danza quando il movimento coordinato dei corpi genera effimere figure architettoniche di suprema bellezza. — Paolo Portoghesi
Se l’architettura è musica di pietra, i suoi arti possono danzare? L’architettura è ferma solo nelle immagini. Nella vita, la sua condizione naturale è quella dell’attraversamento. È attraversata dagli uomini, ma anche dalla luce. Dentro una casa, tra incolte radure mediterranee e corrugate pareti di roccia, una luce attraversante, traforata da innumerevoli e strette lame reiterate, scrive e descrive, con la sua grafia delebile e mutevole, dei muri. Quanti possibili racconti racconterà, questa luce, durante un anno di vita? Un muro curvo prende in giro la luce. La luce bagna il muro, ma giunge il momento e il luogo in cui, oltrepassando la curvatura, prende la tangente, decidendo cosa sarà luminoso e cosa sarà oscuro. E questo passaggio suggerisce indefinitezza, mutevolezza, sfumatura, ineffabilità. Così, l’architettura diventa luce interpretata attraverso gli arti dell’architettura. Come ombre della carne sulla carne, le cui forme sono al tempo stesso definite e definenti. Qui, come in una danza di flamenco, il corpo si scompone, invade lo spazio attraversandone le sue potenziali articolazioni, senza tuttavia definirlo, oppure, interpretandone le molteplici possibilità di attraversamento: carnoso e sensuale, ma al pari tagliente e preciso. Segreto ma luminoso. Racchiuso, ma aperto a molteplici possibilità. Un corpo dentro un altro corpo. Compresso, sospeso e continuo nelle sue traiettorie curvilinee. Eppure, come in una danza di flamenco, lo sviluppo del movimento, il suo indefinibile ardore, è reso significante dall’istante successivo. Quell’istante immobile, ieratico, che sembra sfidare l’eternità. Così, liscio, alto e immobile, un muro oppone silenzio. E tale immobilità supporta paradossalmente il movimento precedente, dando senso al suo esistere.
A parte l’ironia involontaria che la rivista Der Spiegel compaia in entrambi i casi d’impostura prima come accusatore e poi come accusato, essi differiscono fondamentalmente.
competitionline.com, Berlino, 17 gennaio 2019. (de, en, it)
Cardillo ha creato un labirinto di verità e illusioni. Un racconto dai molteplici livelli. […] Non esiste una sola verità – la realtà: non esiste. Antonino Cardillo l’ha costruita.
DEAR Magazin, n. 1, Berlino, aprile 2017, p. 84. (de, en, it)
Dopo che le rappresentazioni erano state rivelate come immagini dei desideri, rispose: “Basta vederlo come una storia letteraria, […] una fiaba. Non importa che le cose siano realmente accadute.”
Konstruierte Realitäten, Goethe‑Universität, Deutsche Architekturmuseum, Francoforte sul Meno, 1 dicembre 2015. (de, en, it)
In effetti, Cardillo è essenzialmente proprio qui, perché come questo saggio voleva anche dimostrare, le immagini di architetture utopiche e non realizzate possono diventare parte integrante della storia dell’architettura e avere un’influenza significativa su di essa.
IACSA Newsletter, vol. 4, n. 1, International Association for Cultural Studies in Architecture, Basilea, maggio 2013, p. 11. (de, en, it)
Cardillo, che elenca meticolosamente tutti questi articoli di stampa sul suo sito web, tiene solo uno specchio davanti ai media dell’architettura e sottolinea un problema fondamentale: come possono i giovani architetti trovare dei committenti senza essere stati precedentemente pubblicati?
Come usiamo i media oggi per costruire la nostra realtà dalla materia e dall’immaginario, e con quali conseguenze? […] Ora, se il caso Cardillo servisse a discutere […] queste domande, esso potrebbe fare di più per il discorso sull’architettura di coloro che pensano di avere sempre una risposta.
german-architects.com, Stoccarda, 29 luglio 2012. (de, en, it)
Per inciso, l’architettura è sempre stata effimera e virtuale, spiega. Da Palladio a Schinkel, da Sant’Elia a Mies van der Rohe, il costruire con idee in forma surrogata avrebbe influenzato lo sviluppo dell’architettura e cambiato la realtà.
Neue Zürcher Zeitung, n. 164, Zurigo, 17 luglio 2012, p. 40. (de, en, it)
Da giovane, Felix Krull aveva pensato a lungo se considerare il mondo piccolo o grande. Seguendo la sua indole, da adulto, avrebbe considerato il mondo un fenomeno grandioso e affascinante. Divenne l’impostore più felice della storia della letteratura.
Der Spiegel, n. 27/12, Amburgo, 2 luglio 2012, p. 121. (de, en, it)
Ad un’email inviata con la richiesta di chiarimenti e la segnalazione che le foto architettoniche rappresentate o trasmesse non sono affatto foto ma simulazioni, si riceve la lapidaria risposta: “Sono un artista e, come artista, manipolo la realtà! Tutto qui!”
Falter, n. 19/12, Vienna, 9 maggio 2012, p. 31. (de, en, it)
Il flamenco tradizionale andaluso ha ispirato molti artisti: Federico García Lorca per la poesia, Pablo Picasso per la pittura e la scultura – e il giovane architetto italiano Antonino Cardillo per una casa.
H.O.M.E., n. 2/10, Berlino, febbraio 2010, p. 126. (de)
Fedele alla sua ispirazione, la casa presenta eleganti svolte e curve che creano un’impressione di movimento perpetuo. La luce all’interno cambia continuamente mentre il sole che si sposta filtra attraverso le lamelle delle finestre. E ogni spazio interno, sia esso la curva delle pareti, l’arco del tetto o le linee rette delle finestre, prende vita quando la luce vi penetra.
Home, India Today, Mumbai, gennaio 2010, p. 47. (en)
Il primo ad ammettere di essere un sognatore, Cardillo abita un mondo virtuale, un universo parallelo, descrivendo inoltre il suo essere nell’architettura come una possibilità che sta accadendo.
I giochi di luce all’interno delle pareti convesse di questa casa creano un’aura romantica che avvolge i visitatori e li trasporta in un mondo di meraviglia, ispirato dalla entità superiore che ha reso possibile questa struttura dalla forma magnifica.
Vorremmo tutti un po’ più di spazio in casa. Non stiamo parlando di togliere ripostigli o dipingere trompe l’oeil sui muri – intendiamo caverne echeggianti come campi da golf che ti fanno desiderare di essere un ginnasta acrobatico ogni volta che entri.
ShortList, n. 52, Londra, ottobre 2008, p. 6. (en)
In una professione piena di sgargianti impresari, incontro l’architetto italiano Antonino Cardillo. Il che non vuol dire, tuttavia, che le sue creazioni non siano fiammeggianti. Puoi elogiarle, criticarle o analizzarle, ma certamente non puoi ignorarle.
Inside Outside, n. 280, Mumbai, ottobre 2008, p. 119. (en)
Il curatore Hubertus Adam espone alcune pubblicazioni sulla Casa delle Convessità e menziona il ‘fenomeno Cardillo’ nella mostra ‘Costruire Immagini’ al Museo Svizzero di Architettura di Basilea.
Su invito del musicista John Foxx, esposizione di una stampa di Casa Ellisse 1501 e del video ‘Storie di Luce’ su quattro progetti (poi chiamati ‘Case per Nessuno’) parte della mostra sugli artisti da lui ispirati a The Horse Hospital di Londra.
Liliana Adamo, ‘FAKEcollage. Non credo ai miei occhi!’ (pdf), in Dossier Collage, cur. Fabio Cappello, Rossella Ferorelli, Luigi Mandraccio, Gian Luca Porcile, Università di Genova, lug. 2022, pp. 35, 39.
Carolin Höfler, ‘Hyper desire’ (pdf),[↗] conferenza parte di Wunsch, Technische Hochschule Köln, Colonia, 1 giu. 2016.
Carolin Höfler, ‘Modelle in Wirklichkeit. Die digitalen Bildversprechen von Antonino Cardillo’, conferenza parte di Constructed Realities, cur. Chris Dähne, Frederike Lausch, Bettina Rudhof, Goethe‑Universität, Deutsche Architekturmuseum, Francoforte sul Meno, 1 dic. 2015. https://www.antoninocardillo.com/it/antologia/sull-architetto/specchi/modelli-nella-realta/
Antonino Cardillo, ‘Realtà falsificata’, conferenza parte di Constructed Realities, cur. Chris Dähne, Frederike Lausch, Bettina Rudhof, Goethe‑Universität, Deutsche Architekturmuseum, Francoforte sul Meno, 1 dic. 2015. https://www.antoninocardillo.com/it/antologia/dell-architetto/articoli/realta-falsificata/
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