Il quinto capitolo della collezione ‘Per Nessuno’, questa abitazione intraprende un viaggio nel regno della paura e dei desideri inconfessati. Si impegna con la luce per manipolare la percezione, proponendo un’esplorazione di diverse identità formali
Opera
Antonino Cardillo
Tutto quello che desideravo era di avvicinarmi a quella particolare atmosfera, ma per via dell’eco non riuscivo a ottenerla in nessun altro luogo che non fosse la chiesa. […] Ho capito che quando canti in quegli spazi si verifica un ritardo, una rifrazione che puoi armonizzare con la tua voce. […] Una sorta di ‘musica architettonica’. […] Allora ho pensato che avrei potuto comporre della musica che fosse molto moderna utilizzando l’architettura digitale, pur esprimendo un tipo di suono molto primitivo: penso che fosse usato prima del Cattolicesimo, cantato nelle caverne e negli oceani. — John Foxx
In segreto, ciascuno è attratto da ciò che teme e la paura risveglia desideri inconfessabili. Rimaniamo turbati nel riconoscere che, in luoghi remoti del nostro universo interiore, alberga anche ciò che, in apparenza, ci è estraneo. Scopriamo che identità e differenza sono concetti ambigui, e che la differenza si rivela uno strumento d’indagine della propria identità. Due luoghi distinti di un’abitazione diventano qui pretesto per raccontare una storia tra due diverse identità formali. Disegnata per un sobborgo di Melbourne, ed interna ad un lotto rettangolare, la casa è composta da due parti. Una parte pubblica – la cui stesura in pianta è caratterizzata da una deviazione dal percorso rettilineo dell’ingresso – che sembra in alzato la carena di una nave od una luna di cemento d’improvviso affiorante da uno specchio d’acqua. L’altra parte privata, realizzata da un lungo edificio aderente al perimetro del lotto, che definisce un porticato aperto al giardino e chiuso al parcheggio. Nello realizzarsi dentro lo spazio, ciascuna delle due entità geometriche mantiene memoria di una presunta origine comune. Così, cose dell’una appaiono nell’altra. Pertanto, la strategia di occupazione dello spazio va oltre la giustapposizione delle parti. Suoni dell’una risuonano nell’altra; soprattutto nella cavea della sala principale, dove la forma dello spazio induce dubbio su dove finisca identità e dove cominci differenza.
A parte l’ironia involontaria che la rivista Der Spiegel compaia in entrambi i casi d’impostura prima come accusatore e poi come accusato, essi differiscono fondamentalmente.
competitionline.com, Berlino, 17 gen. 2019. (de, en, it)
Cardillo ha creato un labirinto di verità ed illusioni. Un racconto dai molteplici livelli. […] Non esiste una sola verità – la realtà: non esiste. Antonino Cardillo l’ha costruita.
DEAR Magazin, n. 1, Berlino, apr. 2017, p. 84. (de, en, it)
Dopo che le rappresentazioni erano state rivelate come immagini dei desideri, rispose: “Basta vederlo come una storia letteraria, […] una fiaba. Non importa che le cose siano realmente accadute.”
Konstruierte Realitäten, Goethe‑Universität, Deutsche Architekturmuseum, Francoforte sul Meno, 1 dic. 2015. (de, en, it)
In effetti, Cardillo è essenzialmente proprio qui, perché come questo saggio voleva anche dimostrare, le immagini di architetture utopiche e non realizzate possono diventare parte integrante della storia dell’architettura ed avere un’influenza significativa su di essa.
IACSA Newsletter, vol. 4, n. 1, International Association for Cultural Studies in Architecture, Basilea, mag. 2013, p. 11. (de, en, it)
Cardillo, che elenca meticolosamente tutti questi articoli di stampa sul suo sito web, tiene solo uno specchio davanti ai media dell’architettura e sottolinea un problema fondamentale: come possono i giovani architetti trovare dei committenti senza essere stati precedentemente pubblicati?
Come usiamo i media oggi per costruire la nostra realtà dalla materia e dall’immaginario, e con quali conseguenze? […] Ora, se il caso Cardillo servisse a discutere […] queste domande, esso potrebbe fare di più per il discorso sull’architettura di coloro che pensano di avere sempre una risposta.
Per inciso, l’architettura è sempre stata effimera e virtuale, spiega. Da Palladio a Schinkel, da Sant’Elia a Mies van der Rohe, il costruire con idee in forma surrogata avrebbe influenzato lo sviluppo dell’architettura e cambiato la realtà.
Neue Zürcher Zeitung, n. 164, Zurigo, 17 lug. 2012, p. 40. (de, en, it)
Da giovane, Felix Krull aveva pensato a lungo se considerare il mondo piccolo o grande. Seguendo la sua indole, da adulto, avrebbe considerato il mondo un fenomeno grandioso ed affascinante. Divenne l’impostore più felice della storia della letteratura.
Der Spiegel, n. 27/12, Amburgo, 2 lug. 2012, p. 121. (de, en, it)
Ad un’email inviata con la richiesta di chiarimenti e la segnalazione che le foto architettoniche rappresentate o trasmesse non sono affatto foto ma simulazioni, si riceve la lapidaria risposta: “Sono un artista e, come artista, manipolo la realtà! Tutto qui!”
Falter, n. 19/12, Vienna, 9 mag. 2012, p. 31. (de, en, it)
“Nell’architettura di oggi, la mancanza di un’idea è spesso mascherata dall’uso di materiali straordinari. Non mi interessa l’architettura di oggi”, dice l‘architetto. “Sono affascinato dall’architettura antica, che non riusciamo a comprendere appieno, perché stimola la nostra immaginazione.”
Projekt, n. 9/10, Praga, sett. 2010, pp. 28‑37. (cs)
Liliana Adamo, ‘FAKEcollage. Non credo ai miei occhi!’ (pdf), in Dossier Collage, cur. Fabio Cappello, Rossella Ferorelli, Luigi Mandraccio, Gian Luca Porcile, Università di Genova, Genova, lug. 2022, pp. 35, 39.
Carolin Höfler, ‘Hyper desire’ (pdf),[↗] conferenza parte di Wunsch, Technische Hochschule Köln, Colonia, 1 giu. 2016.
Carolin Höfler, ‘Modelle in Wirklichkeit. Die digitalen Bildversprechen von Antonino Cardillo’, conferenza parte di Constructed Realities, cur. Chris Dähne, Frederike Lausch, Bettina Rudhof, Goethe‑Universität, Deutsche Architekturmuseum, Francoforte sul Meno, 1 dic. 2015. https://www.antoninocardillo.com/it/antologia/sull-architetto/specchi/modelli-nella-realta/
Antonino Cardillo, ‘Realtà falsificata’, conferenza parte di Constructed Realities, cur. Chris Dähne, Frederike Lausch, Bettina Rudhof, Goethe‑Universität, Deutsche Architekturmuseum, Francoforte sul Meno, 1 dic. 2015. https://www.antoninocardillo.com/it/antologia/dell-architetto/articoli/realta-falsificata/
Carl Zillich, con Fabrizio Gallanti, Lars Krückeberg, Volkwin Marg, Wolfram Putz, Peter Reischer, Andreas Ruby, Tobias Walliser, Thomas Willemeit, ‘Causa Cardillo: “Geht’s noch ohne Hochstapelei?”’,[↗] bkult.de, Berlino, 10 sett. 2012.
Peter Reischer, ‘Grandiose Luftschlösser’ (pdf), Am Sonntag, n. 32, Neue Zürcher Zeitung, Zurigo, 5 sett. 2012, p. 35.