Opera
Antonino Cardillo
Fa parte della banalità dell’aspetto esteriore che l’oro diventi moneta, cioè che venga coniato, impresso, valutato. Applicato alla psiche, sarebbe ciò che Nietzsche ripudia in Zarathustra: il dare nomi alle virtu. Plasmandolo e dandogli un nome, l’essere psichico viene dissolto in unità monetizzate, valutate. Ma ciò è possibile soltanto in quanto esso è anche una pluralità innata, un cumulo di unità ereditarie non integrate. L’uomo naturale non è un Sé, ma massa e particella nella massa, qualcosa di collettivo al punto da non esser nemmeno sicuro del proprio io. Per questo ha bisogno, fin dai tempi più antichi, dei misteri della trasformazione che lo fanno diventare “qualcosa” e che in questo modo lo strappano alla psiche collettiva, animale, che è pura e semplice pluralità. — Carl Gustav Jung
Off Club riunisce il cinema di Kubrick e De Palma, Grand Theft Auto IV, il distretto art deco di Miami, le illusioni ottiche di Escher, le iconostasi bizantine ed i paraventi giapponesi. L’opera continua l’investigazione sulle Immagini Primordiali proponendo un ambiente che riunisce il piano sensoriale della tattilità a quello intuitivo, che proietta sulla realtà la psiche dell’osservatore. Lo spazio tra le cose ricorda lo schema di un mandala e le ultime opere di Mies van der Rohe – tema del doppio e dell’uno diviso. Due sale destinate all’accoglienza realizzano un raumplan di sei metri di altezza. Intorno, un recinto di sedici metri di lato unifica le diverse quote impostando la base della Volta delle Ombre Dorate. Quest’ultima, coprendo lo spazio interno al recinto, è scavata al centro da una laguna nera di forma absidale. Sotto questo centro, un palazzo in falsa scala racchiude contenuti e funzioni dei due bar. Costruiti da due altari gemelli lunghi 7,22 metri di granito nero, entrambi i bar – mixology al piano superiore e sushi al piano inferiore – contrappuntano i fronti del palazzo verso le due sale. Con la sua doppia facciata grigia, il palazzo esercita la funzione apotropaica di dare volti allo spazio. Una iconostasi, realizzata da due monoliti neri gemelli intagliati da archi elongati di rame, maschera il volto del palazzo verso la strada. Attraverso la fessura creata dalla separazione dei monoliti, si rivela una prospettiva di figure. Archi, rombi, triangoli e dischi sembrano evocare ritualità arcaiche. Qui, sintassi antiche e moderne trovano una conciliazione. Così, quest’ordito di paesaggi fisici e psichici rappresenta l’idea dell’architettura quale trasfigurazione dell’umano.
Dati
- Tempo: feb.–ott. 2017 (progetto), ott. 2017–giu. 2018 (costruzione), giu. 2018 (fotografia), sett. 2018 (testo), dic. 2018–feb. 2022 (attività Off Club), sett. 2023– (attività Anima Restaurant and Club)
- Luogo: Off Club (poi Anima), Via di Casal Bertone, 64, Roma, Italia
- Area: 450 m² (tre piani)
- Tipologia: nightclub
Crediti
- Architettura, direzione costruzione: Antonino Cardillo
- Committente: Massimo Di Persio, Matteo Di Persio, Francesco Curcio, Remo Curcio
- Impresa di costruzioni: Roberto Federici
- Muratura: Vincenzo Amato, Adrian Ciacan, Marius Ioan Frunzà, Emanuele Venturini
- Logistica: Cristiano Massariello ed Emanuele Zappone
- Pitturazione: Andras Marton Mihaly
- Impianto elettrico: Gabriele Fabio
- Impianto idraulico: Stefan Minciuna
- Graniti: Ghirardi Stone Contractor
- Finestre: Claudio Carboni
- Parquet: Gabriel Grama
- Sistema aria: Alessio Lanzani
- Tendaggio: Pasquale Lo Guercio
- Specchi: Nazzareno Garofani
- Disegno bancone bar, tavoli, mobili: Antonino Cardillo
- Disegno poltroncina: Piero Lissoni, Living (via Mario Dejana)
- Sedia: Busnelli (via Luca Anzellotti)
- Maniglie: GIL (via Handles)
- Lampada balcone: Armand Darot
- Lampada scala: lampada di murano anni 1970 da Palermo
- Luminator: (via Giuseppe Picconi)
- Fotografie, testo: Antonino Cardillo
- Grazie a Klaus Mondrian
Riferimenti
- Carl Gustav Jung, Psychologische Typen,[↗] Rascher & Cie. Verlag, Zurigo, 1921; tr. it. Cesare Luigi Musatti e Luigi Aurigemma, Tipi Psicologici, Bollati Boringhieri, Torino, 2011, pp. 624.
- Carl Gustav Jung, Psychologie und Alchemie, Rascher & Cie. Verlag, Zurigo, 1944; tr. it. Roberto Bazlene con Lisa Baruffi, Psicologia e Alchimia, Bollati Boringhieri, Torino, 2006, pp. 566.