Cardillo

Grotte

2023–2013

Una serie di opere che esplorano configurazioni spaziali ispirate alla morfologia delle grotte. L’analisi esamina gli approcci progettuali che integrano forme naturali all’interno del corpus interdisciplinare di Cardillo

Grotta di Doria Pamphilj a Roma

Introduzione

La serie delle Grotte indaga le idee ancestrali del sacro e dell’erotismo. Queste figure, che abitano ancora l’inconscio dell’umanità, ci ammoniscono che c’è qualcos’altro al di là dell’ordinario imposto dalla società. Prima dell’era moderna, l’architettura era unita all’erotismo. Poiché i dipinti e le sculture erano permanentemente unificati con lo spazio, l’architettura era una narrazione dell’umano. Così, queste stanze-grotte celebrano l’erotismo nascosto nell’atto della costruzione, svelato dall’atto della cazzuola dei muratori che riversa su pareti e volte un intonaco selvaggio, quale dominio sensuale del vuoto. La polvere minerale di cui è composto principalmente questo intonaco grezzo è la pozzolana, nota anche come cenere pozzolanica. Cavata dal vulcano Vesuvio presso Napoli e mescolata con la calce, questo cemento fu impiegato dagli antichi romani per costruire le loro più grandi costruzioni. L’esempio più noto è forse la cupola del Pantheon a Roma. Le stanze-grotte appaiono semi-nascoste come le case delle ninfe di un giardino rinascimentale o pittoresco. Le ninfe sono generalmente considerate spiriti divini che animano la natura. Così la ninfa porta l’idea dell’amplificazione dei sensi. Simboleggia il luogo in cui i sentimenti umani sono connessi con la terra e i sensi sono amplificati. Così, raccontando realtà alternative, la serie delle Grotte esplora piani di esistenza, significati antropologici e labirinti di sensi racchiusi nell’inconscio.


Riferimento

  • , Die Geburt der Tragödie aus dem Geiste der Musik, E.W. Fritzsch, Leipzig, 1872; ed. it. Sossio Giametta, La nascita della tragedia, Adelphi, Milano, 1978, pp. 214.

Pubblicazioni

2024–2013 (selezionate)