Lettura
Devyani Jayakar
Sperimentando con la forma, l’architetto Antonino Cardillo concepisce una casa spartana abilmente costruita per fondersi con la luce mutevole del cielo.
Padroneggiando con maestria notevoli sfide tecniche, l’architetto trentaduenne Antonino Cardillo offre una performance virtuosa che mostra grande abilità in questo bungalow a due livelli sulle colline fuori Roma. Magnetizzando l’occhio dal primo momento in cui si osservano le enormi curve sinuose del soggiorno, quest’architettura sembra essere presagio di un cambiamento epocale nella storia del design post imperiale italiano. Come una fantasia futuristica, il suo lavoro ha le sfumature distintive di quell’icona del pantheon dei grandi – Zaha Hadid – solo più maschile. Jana Martin, nella sua recensione del lavoro di Antonino su Moli View, osserva: “c’è qualcosa di molto organico, non statico, dinamico e maschile in questa casa. La casa ha l’atteggiamento di un toro di cemento.”
Discorrendo sulla storia dell’architettura, Antonino stesso afferma con suprema arroganza: “Troppo rispetto per il passato sta soffocando il potenziale dell’architettura italiana.” Evidentemente, crede che non possiamo elaborare costantemente forme del passato. Egli sostiene: “Ciò che consideriamo ‘tradizioni’ non è stato immune alle influenze geografiche ed alle pressioni esterne del loro tempo. Quello che vediamo oggi è il culmine di un processo storico e geografico continuo.” Appassionato di modernità, ritiene che essa sia diventata la categoria estetica dominante. Con uno sguardo fermo sulla trasitorietà della popolarità , continua: “Negli ultimi tempi la diffusione dei media a stampa ha stimolato la creazione di molti edifici fotogenici, che quando visitati, si rivelano effimeri, incapaci di andare oltre l’entusiasmo del momento per raggiungere quello stato senza tempo che distingue la grande architettura della storia.” Ossia, ciò che perdura quando la polvere si deposita, è di un’altra sostanza.
Chiamata Ellisse perché la sua forma non è rotonda, ma si dilata in una torre geometrica ellittica, questa casa ha una doppia parete sul suo perimetro, realizzata con getti monolitici progressivi di calcestruzzo leggero. Il pavimento è di grandi lastre di travertino rese opache senza alcun prodotto chimico. Nello spazio interno tra le due pareti, un ampio interstizio contiene abilmente scale per la camera da letto, il bagno, la caldaia, i ripostigli e l’armadio, servendo gli occupanti della casa e contribuendo a stabilizzare la temperatura della grande sala centrale. Jana Martin dice: “Il potere delle curve massicce di Cardillo è che impongono un silenzio vigile all’interno: le pareti sopraffanno lo spazio invece di contenerlo; non lo definiscono tanto quanto lo annullano.”
Tutto intorno, profonde escavazioni nel muro esterno offrono viste inaspettate delle rocce e del bosco all’esterno, frammentando il cielo in una moltitudine di quadranti. Nel corso dei giorni, delle notti e delle stagioni, le finestre registrano i cambiamenti di colore all’esterno, accogliendo la luce bassa, calda e prolungata del sole all’alba ed al tramonto. Così la luce del cielo crea un’architettura mutevole, registrando il passare del tempo. La luce colora lo spazio e, sostenendo questi cambiamenti, i toni della casa rimangono neutri monocromatici tendenti al grigio. Non c’è un potpourri di colori e texture.
Antonino si sente limitato dalla necessità dell’utilità? Il design appare tangenziale alla vita reale. Confesso di essere vittima di un leggero disagio e mi chiedo se sarei in grado di vivere in uno spazio come questo per un lungo periodo. I mercanti dell’ostentazione, facciano un passo indietro. In un mondo di design minimalista, questa casa sembra richiedere uno stile di vita intransigentemente minimalista dai suoi occupanti. Sembra che potrebbe funzionare per persone in transito. Eh… potresti persino svuotare il contenuto delle tue tasche su un tavolo di notte, senza compromettere l’integrità del suo ‘look’? Immaginando una casa in cui i proprietari potrebbero voler mettere radici, ti chiedi, cosa stava pensando Antonino? Il design spartano è più adatto ad uno spazio pubblico piuttosto che residenziale? La grande architettura può comunicare, muovere ed ispirare. Ma più di ogni altra cosa, deve essere funzionale. Per quanto grande sia l’idea, alla fine devi farla funzionare. Il critico Matt Hussey dice: “Questa casa è solo un esempio molto astuto di come forme e colori interagiscono quando posti uno accanto all’altro? Dove finiscono le persone?” Il suo stilismo implacabile ci dice che questo non è uno spazio in cui vivere. Piuttosto, è un luogo in cui essere visti.
In risposta, Antonino dice: “Ellisse non è una casa convenzionale. È fatta per persone molto speciali – persone che credono di poter scambiare la televisione per lo spettacolo celeste. In qualche modo, è come un ritorno ad uno stato primitivo. L’attenzione principale in Ellisse è sulla luce mutevole del cielo. Questo edificio è disegnato come un osservatorio astrale e le sue mura registrano il cambiamento del tempo. Come nella musica, questa esperienza estetica è resa con il passare del tempo. Il tempo atmosferico ed i suoi colori mutevoli sono impressi sulle pareti curve, spostando la vita ordinaria oltre le routine quotidiane. Quindi la casa Ellisse non è per persone conformiste o edoniste, ma per persone che sono costantemente alla ricerca.” Punto preso.
Jana Martin dice con sentimento: “Più grande, più vuoto e privo di ornamenti è l’edificio, più tendi a prestare attenzione ad elementi come la luce. E la luce è la compagna di danza dell’architettura. Nonostante l’enorme spessore murario, l’ovvio esercizio di matematica e forma, l’edificio gioca con la luce. Ellisse 1501 funziona come un osservatorio. Fa diapositive della luna. Considera il posto della Terra nell’universo.” Ellisse 1501 è un’abitazione in cui tutto è deliberatamente costruito su una scala massiccia, con il cielo stesso come un’esposizione in un museo. Di fronte a questa esibizione virtuosa, se ti senti diminuito all’interno di questa casa, è nello stesso senso in cui ti sentiresti umiliato nella vastità di una cattedrale, in prossimità di una presenza superiore. Con il dramma silenzioso del cielo stesso come testimone, è una casa in cui pensare, forse sognare.
Antonino Cardillo, Casa Ellipse 1501, Roma, 2007.