Libro
Kerstin Schultz, Hedwig Wiedemann-Tokarz, Eva Maria Herrmann
Colore e il suo effetto sulla formazione dello spazio.
Le interazioni tra colore e architettura determinano la percezione dello spazio e definiscono i riferimenti tettonici. Il potenziale spaziale affascinante del colore e le molteplici dimensioni di interpretazione nel trattare il colore sono strumenti di progetto e comunicazione che spesso non sono sfruttati appieno: il colore oscilla tra autonomia e finalità ed è da intendere come un proprio ‘materiale’ con cui è possibile progettare e pianificare. Il libro considera sia la misurabilità e progettazione del colore, sia la sua indeterminatezza e il suo valore esperienziale. Attraverso esempi tratti dall’arte e dall’architettura, vengono illustrati i contesti di effetto spaziale del colore e la sua interazione con struttura, luce e geometria.
Antonino Cardillo, Specus Corallii [Immagine dell’apertura del capitolo], Trapani, 2016, in “Colore intrinseco e colore del materiale”, Thinking Color in Space: Positions, Projects, Potentials, 2018, pp. 314‑315.
Alterazione del materiale
Kerstin Schultz, Hedwig Wiedemann-Tokarz, Eva Maria Herrmann
Il materiale non trattato, naturale e puro, è in contrasto con il materiale deliberatamente alterato attraverso il colore, per esempio. Liscia o ruvida, lucida od opaca, densa o porosa, brillante o semplice, una superficie può apparire manipolata in modo tale che l’aspetto generale sia definito esclusivamente dal colore. È principalmente una questione di strategia dove il colore viene applicato, quale supporto colorato viene scelto e in che forma e funzione deve essere utilizzato. Diversamente dal periodo moderno, oggi non esiste più una teoria del colore con pretese di validità universale. Il colore può fungere da materiale, e il materiale può creare una particolare colorazione. Se il colore viene consapevolmente inserito in un nuovo contesto di colore e materiale, può rivelare livelli di effetto nuovi e inaspettati. […]
Il progetto Casa della Polvere a Roma di Antonino Cardillo lavora con pochi, ma efficaci, interventi materiali al confine tra realtà e finzione. In un appartamento degli anni ’60, sono state messe in contrasto superfici di colori e texture diverse, in modo che gli stessi toni di colore fossero completamente inscenati in modo diverso. Ne risultano mondi cromatici parzialmente intensi, che in combinazione con luce e ombra creano diverse atmosfere. L’applicazione di intonaco grezzo e terroso – lo strato di polvere – fino all’altezza di un orizzonte artificiale, a cui si collegano anche tutte le finestre e gli ingressi, ha creato un aspetto simile a una grotta. L’intonaco grezzo applicato a mano con la spatola, successivamente colorato, e l’intonaco di cemento lucido caratterizzano lo spazio principale. Un cambiamento di colore – dal marrone grigio a una tonalità rosa – separa l’area pubblica da quella privata dell’appartamento. L’alterazione del materiale attraverso il colore e la struttura sorprende e allo stesso tempo crea una sensazione di sicurezza. A seconda della situazione di luce, l’atmosfera nelle stanze cambia. Questo dimostra quanto sia relativo il senso del colore.
Antonino Cardillo, Casa della Polvere, Roma, 2013. Fotografia: Antonino Cardillo