Cardillo

architettura

Tipologia: discoteca

Londra, 

Tom Wilkinson sull’Off Club di Cardillo nel saggio Typology: Nightclub per il numero sul tema Oscurità della rivista The Architectural Review

The Architectural Review 1470

Saggio

È possibile considerare la storia del nightclub senza provare almeno un brivido di tristezza? Transitori per natura, anche i divertimenti che offrono sono brevi – di solito un paio di ore alla settimana, sebbene alcuni locali di Berlino possano durare tutto il weekend, a condizione che le sostanze chimiche lo permettano. E si può dire con una certa sicurezza che il tipo nel suo complesso sia attualmente in declino. Rivolgendo l’attenzione alle fotografie di quella che potrebbe essere chiamata l’epoca d’oro del clubbing, che ebbe luogo nelle città cosmopolite dell’Occidente, in particolare a New York, tra gli anni ’70 e i primi anni ’90, si osserva un mare di giovani estatici e belli, molti dei quali sarebbero morti poco dopo. Non invecchieranno, ma non romanticizziamo i terribili destini che li attendevano.

C’è anche una sorta di malinconia tipologica nel club, poiché le qualità architettoniche dello spazio sono di solito effimere, e dovrebbero in ogni caso passare in secondo piano. Il divertimento qui non consiste nel contemplare un design sofisticato. Questo suggerirebbe un fallimento di altri fattori più cruciali: musica e corpi in movimento sincronizzato; una folla che, in assenza di un punto di attenzione lontano, ripiega su se stessa per acquisire una qualità completamente diversa dal pubblico di un concerto. Questo non vuol dire che non ci siano stati esempi interessanti del genere, ma nel complesso i migliori club sono quelli meno intrusivi dal punto di vista architettonico. […]

Off Club

La posizione sotterranea di molti locali notturni può conferire a questi spazi un’aria cupa e a tratti squallida. Non è il caso dell’Off Club di Antonino Cardillo a Roma. Qui, volumi geometrici monolitici in smalto nero lucido si contrappongono ad altri in grigio caldo. Secondo Cardillo, “riunisce il cinema di Kubrick e De Palma, Grand Theft Auto, l’Art Deco di Miami, le prospettive di Escher, le iconostasi bizantine e i paraventi giapponesi.” Queste forme ieratiche creano un’atmosfera di mistero leggermente minaccioso – ci si potrebbe aspettare che un rito mithraico inizi da un momento all’altro. Questo è accentuato dalla lavorazione a impasto del soffitto e delle pareti superiori, tecnica distintiva di Cardillo, che in questo caso conferisce allo spazio un’atmosfera ctonica. A contrastare qualsiasi cupezza, tuttavia, c’è la vernice dorata che ricopre questo intonaco, che rafforza l’impressione di un tempio – o forse, la sensazione che potremmo essere nella Domus Aurea sotterranea di Nerone.

Off Club

Antonino Cardillo, Off Club, Roma, 2018. Fotografia: Antonino Cardillo

Fonte

  • , ‘’, The Architectural Review, n. 1470, Londra, apr. 2020, p. 44.