Cardillo

architettura

La simmetria della notte

Berlino, 

Tim Berge sul progetto Off Club di Cardillo sulla rivista DEAR

DEAR Magazin 4/18

Lettura

Asian Fusion, Mixology e Lounge: un ristorante come esperienza fisica e psicologica.

Un paradiso oscuro di ombre, specchi e simmetrie. Con la sua ultima creazione, un ristorante a Roma, Antonino Cardillo apre un altro capitolo nella sua epica narrazione architettonica. Ancora una volta, trascina gli utenti nel suo mondo di pensieri, segnato da intimità, illusione e ordine. Un apice provvisorio nel corpo dell’opera ancora ancora giovane dell’architetto.

La domanda sulla realtà dei suoi progetti non si pone per Antonino Cardillo: il Qui e Ora è solo uno dei molti livelli per l’architetto italiano. Le sue opere sono un conglomerato di miti, fiabe e immagini mentali di diverse epoche e culture. Vuole creare un’architettura dell’inconscio, ispirata da uno dei suoi grandi maestri, lo psicologo svizzero Carl Gustav Jung.

Entrare nell’Off Club è come intraprendere un viaggio geologico e sensoriale. Attraverso tre grandi porte, i visitatori entrano da Via di Casal Bertone nel ristorante, che è anche un bar. Come nelle sue altre opere, la Casa della Polvere o lo Specus Corallii, Cardillo avvolge la sua architettura in intonaco pozzolanico colorato, che contrasta con rame lucido, specchi scuri e granito nero. Un gioco infinito di luci e ombre. L’effetto avvolgente di questo straordinario miscuglio di superfici cattura immediatamente il visitatore, trascinandolo nel mondo di Antonino Cardillo.

La sala da pranzo si divide in due metà nel centro: uno spostamento verticale separa il ristorante dal bar. La transizione sembra una faglia tettonica, in cui una parte del pavimento è stata sollevata di alcuni metri. La simmetria, naturalmente, rimane intatta: su entrambi i lati, un bancone di granito nero lungo oltre sette metri forma l’epicentro spaziale. Sono completati da altre figure geometriche rigorose – archi, rombi, triangoli e dischi illuminano, riflettono e attraversano lo spazio, come se alludessero a un rituale arcaico. Come pochi altri, Cardillo riesce con la sua architettura a coinvolgere l’utente sia fisicamente che psicologicamente nel suo mondo di pensieri. Un viaggio al confine tra realtà e illusione – che vale la pena intraprendere.

Antonino Cardillo, Off Club, Roma, 2018. Fotografia: Antonino Cardillo

Antonino Cardillo, Off Club, Roma, 2018. Fotografia: Antonino Cardillo