Lettura
Mrinalini Ghadiok
Interpretando l’architettura come una facoltà per trascendere l’ordinario, Antonino Cardillo descrive con le sue parole una raccolta di prospettive che riflettono intimamente sugli elementi della natura. Mrinalini Ghadiok discute il percorso che ha portato alla creazione delle ‘Quattro Grotte’ – meraviglie architettoniche costruite dalla poetica dello spazio scolpito in interpretazioni artistiche del pensiero.
Come architetto, comprendo l’architettura come un processo, un’evoluzione del pensiero, un viaggio dall’inizio alla creazione; è dinamica, reattiva e piuttosto impressionabile. L’architettura raramente è un momento unico od un’immagine singolare, priva di varianti. Pertanto, l’architettura raramente riesce a definire un pensiero specifico con la sacralità con cui è stato concepito.
Antonino Cardillo sfida le norme stesse del processo architettonico come lo conosciamo popolarmente. I suoi lavori trascendono il percorso per offrire momenti sublimi, esperienze intangibili e spazi incredibilmente immersivi.
Riconoscendo il suo lavoro sugli elementi classici dell’antichità: fuoco, aria, acqua e terra, in un periodo di cinque anni, Cardillo reintroduce i temi della grotta e dell’arco nell’architettura del presente. “Le ‘Quattro Grotte’ rappresentano un’indagine sui significati dimenticati del passato, come una traduzione contemporanea di un codice basato sulle idee di protezione ed erotismo. La grotta allude alla protezione uterina e l’arco allude alla presenza del fallo. Entrambi sono legati all’origine del sacro. Conseguentemente questi archetipi, che ancora abitano il subconscio degli esseri umani, ci ammoniscono che c’è qualcosa oltre i luoghi comuni imposti dalla società”, dice Cardillo.
L’approccio astuto dell’architetto ai quattro progetti è ammorbidito dalla sensualità delle loro forme, la crudità delle texture celebrate dall’erotismo celato nell’atto di costruzione. Una tavolozza discriminante di materiali naturali si fonde per realizzare le quattro grotte distinte, ma affini, ognuna un rifugio squisito di eleganza.
Fuoco
Il tratto audace di un pennello fine su una tela intonacata definisce l’arco apicale, ripetuto in tandem per creare prospettive incessanti e profondità interminabili.
Antonino Cardillo, Specus Corallii, Cattedrale di Trapani, 2016. Fotografia: Antonino Cardillo
Aria
Il linguaggio architettonico robusto è infuso di vita mentre un tenue bagliore pervade il volume, od un raggio distinto traccia incisivi schemi di luce ed ombra.
Antonino Cardillo, Colore come una Narrazione, Londra, 2015. Fotografia: Antonino Cardillo
Acqua
La gentilezza delle tonalità verdastre perfettamente selezionate, che ricoprono delicatamente le distese di pareti nude, è stratificata deliberatamente su testure abrasive.
Antonino Cardillo, Verde Crepuscolare, Mondrian Suite Art Gallery, Roma, 2014. Fotografia: Antonino Cardillo
Terra
La terra è svestita e fratturata, ridotta in polvere fine che si evolve in forme, le forme diventano spazio, e lo spazio diventa esperienze.
Antonino Cardillo, Casa della Polvere, Roma, 2013. Fotografia: Antonino Cardillo
Attraverso l’architettura, Cardillo esplora i significati antropologici che ogni colore o materiale contiene. Gioca con la luce e scherza con l’ombra prima di introdurli nei suoi volumi creati. “Se la luce è la materia prima dell’architettura, quando la luce incontra un materiale solido cambiandone la natura e la forma, essa riverbera su altre superfici in un gioco di divisioni fino a decadere nell’oscurità”, afferma il perspicace progettista. Antonino Cardillo non è l’architetto consueto; è un costruttore di visioni, di esperienze eccezionali e momenti trascendentali.