Cardillo

Colore dominante

São Paulo,

Carol Junqueira intervista Antonino Cardillo per la rivista Bamboo

Bamboo

Intervista

L’architetto Antonino Cardillo non esita a utilizzare un unico colore che predomina nell’intero ambiente, creando un’atmosfera intensa, come si osserva nel progetto della galleria Verde Crepuscolare.

L’opera dell’architetto italiano Antonino Cardillo può benissimo essere intesa come un manifesto estetico. Attribuendo allo spazio forme classiche quali l’arco, reinterpretate attraverso un uso inusuale del colore, il giovane professionista compie una rilettura contemporanea degli archetipi architettonici tradizionali. Di conseguenza, si creano ambienti vistosi e contrastanti, e indubbiamente ipnotizzanti.

La galleria d’arte Crepuscular Green è probabilmente l’opera più iconica di Antonino. Situata a Roma, in Italia, lo spazio è stato concepito come una grotta d’oro verde. Il colore regna sovrano nell’intero ambiente, ricoprendo sia le pareti sia gli arredi, in un’immersione cromatica totale volta a stimolare l’immaginazione dei suoi occupanti.

Bamboo: La sua opera è nota per la marcata presenza di colori e materiali. Quale tipo di atmosfera genera tale combinazione?

Antonino Cardillo: I colori e i materiali sono strumenti indispensabili per creare storie. L’architettura funziona se il suo vuoto è in grado di modificare la realtà e rivelare i piani invisibili dell’esistenza, quei labirinti di significati racchiusi nel nostro inconscio. Questo è il tipo di atmosfera che per me conta.

B: In che modo viene determinata la scelta dei colori e dei materiali?

AC: Ogni decisione è legata alla storia che ogni opera architettonica intende narrare. Attraverso l’architettura, cerco di esplorare i significati antropologici che ogni colore e materiale possiede. Così, nel progetto Casa della Polvere, il gesso grezzo marrone fa riferimento alla terra nuda; in Verde Crepuscolare, la volta brillante richiama le profondità di un fiume; i vasi di vetro in Colore come una Narrazione rimandano alla natura eterea del profumo.

B: Molti dei suoi progetti d’interni impiegano un uso minimo di oggetti decorativi, lasciando che l’architettura parli da sola. Concorda con questo approccio e ritiene che il minimalismo dialoghi meglio con lo spazio?

AC: Così come nella scrittura, la ridondanza deve essere evitata in architettura. Il minimalismo non ha per me rilievo. Ho appreso dall’antica architettura l’importanza di perseguire la qualità fondamentale di un’opera. Per delineare un progetto significativo, occorre imparare a rinunciare alla distrazione.

B: Come descriverebbe il suo lavoro?

AC: Vedo il mio lavoro come un’indagine sui significati dimenticati del passato, simile a un codice fondato prevalentemente su concetti di protezione ed erotismo. La grotta allude alla protezione uterina, mentre l’arco richiama la presenza del fallo. Entrambi gli elementi sono collegati all’origine del sacro. Di conseguenza, tali archetipi continuano ad abitare il nostro inconscio, ammonendoci che vi è qualcosa in più rispetto alle visioni comuni imposte dalla società.

B: A suo avviso, cosa rende prestigioso un progetto d’interni?

AC: Un’opera è prestigiosa quando incarna la magia.

Fonte

  • , ‘’,[↗] cur. Carol Junqueira, bamboonet.com.br, São Paulo, ago. 2016 [portoghese brasiliano].