Lettura
Matt Hussey
Qui a The Cool Hunter, ci sforziamo di offrirvi le opere di design più all’avanguardia e stimolanti. Dalle case agli alberghi, dalle pareti ai portabottiglie, abbiamo trattato praticamente di tutto. Tutto ciò sotto la premessa che, se ci piace qualcosa, allora forse piacerà anche a voi. Ma arriva un momento in cui non siamo del tutto sicuri. E se non ci piace, perché ve ne stiamo parlando? Questa nuova casa progettata da Antonino Cardillo ci ha lasciato senza parole. È l’ennesimo interno vacuo che assomiglia molto a un museo? O è un esempio molto astuto di come le forme e i colori interagiscono quando vengono posti uno accanto all’altro? Costruita su un pendio da qualche parte in Italia, Cardillo ha creato una ellisse di cemento che si dilata ad est e a ovest. Appare come un grumo grigio posato sulla collina. All’interno, ti accoglie una curva enorme che attraversa la sala centrale, costringendo l’occhio a guardare in basso attraverso lo spazio verso le linee brutali del resto della casa. Un esterno uniforme nasconde la fantasmagoria delle forme all’interno. Le altre stanze sono costruite intorno all’apertura drammatica. Una cucina a un’estremità, la stanza degli ospiti all’altra. In cima a una scala circolare scura si trova la camera da letto del mezzanino progettata per minimizzare l’interferenza alla forma dell’interno. È tutto meravigliosamente coeso. Ma allo stesso tempo, non puoi fare a meno di pensare, “dove vanno a finire le persone?” Lo stile inesorabile dice che questo non è uno spazio in cui vivere. Piuttosto, è un luogo in cui essere visti. Ma allo stesso tempo, non puoi fare a meno di chiederti come deve essere vivere qui. I profondi scavi nel muro esterno rivelano incisioni asimmetriche del mondo esterno qua e là. Fuori, foreste e montagne. Dentro, cemento senza vita forgiato in forme geometriche. Ma la cosa ingegnosa del posizionamento delle finestre è che permette a diversi tipi di luce di illuminare diverse parti della casa. La luce solare diretta entra nella sala principale, mentre la luce rifratta dagli alberi esterni si infiltra nelle finestre laterali più piccole. Creando atmosfere istantanee all’interno che riflettono il tempo esterno. Mentre succede tutto questo, l’edificio rimane nella sua essenza originale: incolore o tendente al grigio. Una casa impegnativa che si fa amare per la sua ingegnosità, ma odiare per la sua formalità. In ogni caso, non possiamo deciderci.
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Antonino Cardillo, Casa Ellisse 1501, Roma, 2007.